#ilfatto
A giugno #TikTok è stata bannata dall’#India, dunque si è aperta la competizione per accaparrarsi il mercato dall’app cinese. Si è inserito #Instagram (che ricordiamo essere proprietà di #Facebook), con #Reels, che è giunto poco dopo anche a noi.
Ora è il turno di #Google, che tramite una nuova funzione su #YouTube, permetterà la creazione di nuovi brevi video di 15 secondi con la possibilità di aggiungere musica direttamente dalla libreria.E’ dunque guerra aperta all’app cinese, che proprio in questi giorni deve affrontare le minacce da parte del presidente Trump, che ha dato l’ultimatum: o la sezione TikTok USA passa ad una proprietà statunitense, o l’app sarà bannata anche dagli Stati Uniti.
#opinione
Ovviamente si intrecciano politica e tecnologia in questa storia che è sempre più simile ad una guerra mondiale da quasi un anno ormai. Dal punto di vista economico credo che la Cina stia scontando il fatto di non avere una buona reputazione internazionale e di essere de facto una dittatura: si teme che lo stato abbia ampi margini di controllo anche sulle aziende private. Sono le prime avvisaglie di crisi del famoso e finora ben riuscito modello capitalista cinese, unico nel suo genere. Ora che la Cina è diventata una minaccia reale per l’economia e l’egemonia statunitense (ed europea), si stanno avendo le prime e serie minacce di ritorsione.