Un po’ di storia
India e Cina hanno in comune un confine di 3488 km nella difficile regione himalayana, per il quale hanno combattuto un breve ma intenso conflitto nel 1962. Negli ultimi 45 anni i due stati si sono fronteggiate diverse volte, senza registrare vittime.
L’ultima crisi si era avuta nel 2017, quando i cinesi iniziarono a costruire una strada in un’area al confine controllata dalla Cina ma rivendicata dal Bhutan, alleato di Delhi. Per evitare le numerose perdite della guerra del 1962, Cina e India hanno stretto un patto secondo il quale era vietato l’utilizzo di armi da fuoco, così da minimizzare le perdite: tuttavia la costruzione da parte della Cina di questa strada sembra avere lo scopo di aprire un passaggio per i carrarmato verso la zona di confine.
Il fatto
L’India per timore che le applicazioni cinesi, sotto il forte controllo da parte del governo-partito cinese, passino informazioni a quest’ultimo ha deciso di bannare app quali TikTok e WeChat dall’india.
Anche gli Stati Uniti tramite il segretario di stato Mike Pompeo stanno valutando la possibilità di vietare l’utilizzo di applicazioni cinesi, affermando a tal proposito:
Scaricatele «solo se volete che le vostre informazioni private finiscano nelle mani del Partito comunista cinese».
Mike Pompeo, segretario di stato americano
D’altra parte TikTok sottolinea l’indipendenza da Pechino e cerca di difendersi, facendo notare che attualmente il CEO è l’americano ex Disney Kevin Mayer e che i dati sono tutti salvati in server su suolo statunitense.
È da notare infine come i social americani hanno tutto da guadagnarci dall’uscita di scena di TikTok. A dimostrazione di ciò, non appena è stato vietato l’utilizzo di TikTok in India, Facebook ha lanciato una nuova funzione su Instagram, chiamata Reels simile a TikTok e ai suoi mini-video con la musica. Fino ad ora questa applicazione targata Facebook era presente solamente in fase di test in Brasile, Germania e Francia.
Altre problematiche legate alla Cina
Ad Hong Kong la nuova legge cinese sulla sicurezza impone alle autorità di sorvegliare Internet e a tal proposito le americane Facebook, Twitter e Google hanno deciso che non daranno informazioni sui loro utenti alle forze dell’ordine di Hong Kong in nome della libertà d’espressione e in attesa di ulteriori valutazioni.
Cosa farà TikTok? Passerà le informazioni dei cittadini di Hong Kong in rivolta contro il sistema cinese al governo di Pechino o sancirà definitivamente l’indipendenza da quest’ultimo?
La situazione è sicuramente ingarbugliata, ma il fatto è che la terza guerra mondiale è iniziata e forse non ce ne siamo nemmeno accorti.
Lorenzo Mannocci